Questo blog nasce dall’esigenza di comunicare, la comunicazione è importante.
Viviamo in un’epoca in cui siamo incessantemente inondati da un’enorme quantità di informazioni. Le scritte, le voci e i messaggi che tentano di catturare la nostra attenzione sono ovunque. Pubblicità, avvisi, notizie e dialoghi fanno costantemente parte del nostro tempo e riempiono il nostro spazio.
Da quando i media, i mezzi di comunicazione di massa, sono parte integrante della nostra vita, il modo di comunicare è cambiato enormemente.
In mezzo a questo bombardamento di messaggi, ognuno di noi è disposto a dedicare la sua attenzione verso qualcosa per un tempo brevissimo: oggi l’attenzione media di una persona verso un video, una pagina web o un post su un portale social è di 7 secondi. Sette secondi!
Una pubblicità che funziona deve catturare l’interesse in un tempo rapidissimo, altrimenti il messaggio trasmesso passerà inosservato. Un video pubblicato sul web, se non stimola l’interesse pressoché immediatamente, sarà ignorato. Lo stesso vale per quando “approcciamo” una persona.
In questo mare di parole, molto sovente le nostre modalità di comunicazione non sono sufficientemente efficaci per far risaltare quello che vogliamo esprimere.
Per fare il modo che il tuo messaggio emerga, ti occorrono nuovi strumenti, nuove strategie, nuovi metodi per permettere alla tua voce di ottenere il suo scopo: far comprendere e accettare ciò che vuoi esprimere.
Quando comunichi, quale è il tuo scopo? La domanda sembra banale.
Quando comunichi, il tuo scopo primario è farti capire, ma il tuo scopo ultimo è fare in modo di convincere.
Livello 1: Ti ascolto
Livello 2: Ti capisco
Livello 3: Mi hai convinto
La comunicazione efficace è la comunicazione che funziona, quindi che convince.
Fondamentalmente esistono 4 tipi di comunicazione:
1: La comunicazione informativa
La comunicazione informativa avviene quando la sorgente della comunicazione (ovvero chi sta informando) e la destinazione (ovvero chi sta ascoltando) non sono in contatto diretto, o non possano interagire, interrogarsi, interrompersi uno coll’altro.
Ad esempio, quando leggi un giornale o guardi la TV.
2: La comunicazione interattiva
La comunicazione interattiva avviene quando, fra la sorgente della comunicazione (ovvero chi sta parlando) e la destinazione della comunicazione (ovvero chi sta ascoltando), esiste una interazione.
Ad esempio, tu e un tuo amico quando vi parlate liberamente
3: La comunicazione manipolativa
In questa forma di comunicazione le persone trasmettono e ricevono informazioni (come nella comunicazione interattiva), ma uno dei due interlocutori esprime le sue frasi in modo da “persuadere” l’altro interlocutore ad accettare le sue idee. La persuasione avviene principalmente facendo leva su bisogni o paure.
Ad esempio la persona con cui sei legato sentimentalmente, o tua madre, quando ti dice “se ti comporti così mi fai soffrire”.
4: La comunicazione ipnotica
In questa forma di comunicazione, le persone trasmettono e ricevono informazioni (come nella comunicazione interattiva), ma il secondo interlocutore si convince che le idee del primo interlocutore sono espresse per il suo bene e lo renderanno felice.
Ad esempio (ma qua il discorso diventa più complesso), la pubblicità che ti dice “con questo profumo conquisterai tutte le donne”
Immagina queste 2 parole.
“Ti amo”.
Immagina di fronte a te la persona che più ti piace, immaginala mentre ti sussurra queste due parole, guardandoti fisso negli occhi, con il suo viso vicino al tuo, mentre ti tiene le mani nelle sue mani. Sentiti addosso l’effetto e l’emozione che queste parole (sono 5 lettere in tutto) ti possono dare. Chiudi per qualche secondo gli occhi e immagina la scena.
Da brividi, vero?
Ora invece immagina la persona che più ti piace mentre ti guarda distrattamente, sta giocando con il cellulare e ogni tanto butta un occhio alla televisione, dove trasmettono una partita di calcio. Immagina di vederla con la testa reclinata sul telefonino mentre, mangiando patatine, ti dice “Ti amo” senza guardarti. Prova a sentirti addosso l’effetto che queste due parole ti fanno adesso.
Decisamente non bello, così, vero?
Sono le stesse 2 parole, ma a seconda di come vengono dette possono “attivarti” emozioni diverse e fortissime.
Quando parli con qualcuno, forse il suo cervello pensa: “Che belle parole”, ma in realtà sta anche ascoltando, analizzando e giudicando altre cose che condizionano le tue parole, ad esempio:
- chi sei: mi fido o non mi fido, ti considero degno di attenzione oppure no
- come sei vestito: mi parli di ribellione e sei vestito in giacca e cravatta, mi parli di doveri e gerarchie e sei vestito da squatter
- come ti muovi: mi dai colpa per un lavoro non riuscito ma stai in un angolo con sguardo basso
- il tuo tono di voce: Vuoi spronarmi a dar il massimo ma mi parli sottovoce, tossicchiando
(Questi sono semplici esempi, l’elenco è fortemente incompleto).
Ricorda sempre che le parole sono solo una parte del messaggio che trasmetti.
E allora cosa dovresti fare? Inizia, da subito, così:
Quando hai un messaggio da trasmettere, dedica al testo il giusto tempo, poi concentrati e dedica molto tempo a definire come lo presenterai.
Questo vale in ogni campo della tua vita, che sia professionale sentimentale, familiare, affettivo.