Insegnare e imparare non sono delle conseguenze.
Mi accingo a calpestare un terreno, forse, accidentato.
Ogni volta che inizio una nuova giornata di # mentoring o di #formazione mi assale il dubbio: sicuramente insegno qualcosa, me dall’altra parte imparano?
Perchè #insegnare e #imparare non sono delle conseguenze.
Insegnare, dal vocabolario: far sì, con le parole, con spiegazioni, o anche solo con l’esempio, che qualcun altro acquisti una o più #cognizioni, un’esperienza, un’abitudine, la capacità di compiere un’operazione, o apprenda il modo di fare un lavoro, di esercitare un’attività, di far funzionare un meccanismo, ecc.
Imparare, dal vocabolario: acquistare #cognizione di qualche cosa, o fare propria una serie di cognizioni
In queste due definizioni la parola in comune è “cognizione” che deriva da “cognito” ovvero “conoscere”.
Vorrei sostituire la parola cognizione con “abilità” perchè ritengo che insegnare soprattutto #nozioni non sia #abilità, è soltanto sapere fare bene qualcosa, l’abilità è invece creare un #ecosistema fra chi è abile a #trasferire per rendere abili chi sta ad #ascoltare e non solo a sentire quello che si dice.
Quindi è necessario che chi insegna abbia l’abilità, non solo di sapere quello che dice, ci mancherebbe altro, ma anche l’abilità di creare #coinvolgimento nell’altro attraverso le giuste #parole, le giuste #emozioni, le giuste #interazioni e quindi non solo sciorinare concetti o illustrare slide, magari sempre quelle, da anni sempre le stesse.
Creare abilità vuol dire immedesimarsi nelle #persone che hai di fronte, conoscerle il più possibile, dal punto di vista professionale, ma, soprattutto dal punto di vista #umano
Forse, e dico forse, il trasferimento non è insegnare ma far imparare, far diventare abili.
Ci provo con tutto me stesso ogni volta che mi siedo di fronte ad una o più persone.
Ho sperimentato e sperimento continuamente delle tecniche di #apprendimento e di #feedback perchè solo se hanno imparato sarò soddisfatto, e non solo di insegnare.
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