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Clima aziendale…meteo avverso o favorevole?

Si parla tanto di clima aziendale ed a tutte le #minacce che deteriorano i rapporti in azienda. Pensiamo alle scintille, al fuoco e alle fiamme che si sviluppano in molti contesti lavorativi dove sorgono #conflitti tra dipendenti e datore di lavoro o tra gli stessi dipendenti che si rivelano deleteri per tutti coloro che sono coinvolti e sull’andamento dell’azienda. Alla base dei conflitti o anche di una situazione di disagio ci possono essere la comunicazione negativa, una  leadership autoritaria; la mancanza di supporto; stress e burnout; mobbing; scarse opportunità di crescita e formazione.  Le conseguenze sono il #turnover, la bassa produttività, mancanza di iniziativa. Un problema, quello del cosiddetto clima aziendale tossico, che interessa diverse aziende. Una ricerca fatta da Il Sole 24 ore, evidenzia che solo la metà dei lavoratori si sente apprezzato in azienda. Cosa è il clima aziendale? Il Clima Aziendale è la percezione dei contesti e dei rapporti interprofessionali tra i lavoratori dipendenti. Sempre più spesso è necessario che nelle aziende si introduca una figura super partes, come un #mentore. In molti casi, infatti, l’analisi di un #professionista non corrisponde alla percezione delle persone impegnate in prima persona sul posto di lavoro o di quella del datore di lavoro e l’analisi di un mentore evidenzia le due principali aree di intervento per migliorare le condizioni lavorative. I punti di forza e le aree di #miglioramento. Naturalmente è necessario possedere le competenze specifiche per definire le basi e stendere il ponte verso un percorso di crescita professionale. Per questo occorre un vero e proprio periodo di Ascolto (attivo) e Osservazione. L’abitudine, la routine quotidiana, lo stato di stress o altri fattori interni creano le condizioni per compromettere la Produttività Lavorativa. Quindi, in alcuni casi, è necessario interpellare un professionista della Formazione per attuare un percorso formativo di mentoring ad hoc e migliorare il Clima Aziendale nel Team». Il servizio di  mentoring è rivolto a tutti i tipi di imprese e può essere rivolto sia al titolare dell’impresa  che al team di lavoro. È possibile anche sfruttare le opportunità di formazione finanziata o autofinanziata per ampliare i percorsi di crescita e miglioramento aziendale. Il mentore lavora in partnership con l’imprenditore che gli commissiona un primo incontro conoscitivo. Opera per diverse sessioni. Molto spesso si  ricorre al team building – preferito dai dipendenti  – dove è facile far emergere la figura del leader nel gruppo. Possono essere previste anche attività esterne. La prima domanda che deve porsi un imprenditore? Qual è l’obiettivo?…L’imprenditore, in genere, ha un’idea di obiettivo. Attraverso il mentoring è possibile fare più chiarezza sull’obiettivo e avere maggiore consapevolezza sul percorso da intraprendere. ENTRIAMO IN CONTATTO! #open #consulenzastrategica #manifestoaziendale #marketing #mentoring #coaching #fraildireeilfarecedimezzoilfare ————————————————— La mia passione, il mio lavoro, trasferire esperienze maturate in 40 anni di imprenditoria attraverso il mentoring per far elevare l’azienda, l’imprenditore e la cultura aziendale. Nell’ottica e nel rispetto delle persone. Vieni a conoscermi meglio: www.antoniofinocchi.it Se vuoi conoscere meglio la mia azienda: www.openbusinesscoach.it Scopri il nostro mo(n)do per fare impresa: https://drive.google.com/file/d/1YQma52qabhK9eZSmsP9qNmTsMdRXod_v/view?usp=sharing L’articolo Clima aziendale…meteo avverso o favorevole? proviene da .

Una storia di persone

Siamo a Novembre 2022, mi chiama una piccola realtà che si occupa di grafica, interior design e branding, una bella realtà, fatta di persone molto giovani, con tanta voglia di crescere, quelle attività che nascono con spirito e volontà dove le persone mettono in gioco tutto loro stesse e vedono sempre un orizzonte roseo, come se il sole a mezzanotte ci fosse tutto l’anno. Iniziamo un percorso di mentoring, sono desideroso di aiutare questi ragazzi che mi portano indietro nel tempo, quando anche io, a 21 anni, ho iniziato il mio percorso imprenditoriale, con pochi soldi ma tante idee e voglia di fare, costruire. Iniziamo la consulenza, che si traduce in incontri, soprattutto per comprendere la situazione attuale ed i desideri che vogliono far avverare. Il mio contesto lavorativo è quello di incontrare gli imprenditori ed attraverso una nuova centratura personale, accompagnarli verso nuovi orizzonti, che poi sono i loro, ma che ancora non lo sanno. Il mentoring è questo, trasferimento professionale di esperienze, non semplici nozioni, bensì pratica fatta sul campo, cose che hai sperimentato tu per primo, con buona pace dei coach e millantatori delle formule magiche. Per farla breve, creiamo i ruoli, modifichiamo alcune mansioni, definiamo degli obiettivi e, soprattutto, nuove collaborazioni, per incrementare il numero di clienti, giacchè la parte commerciale è quella che maggiormente deve essere migliorata. Siamo a Novembre 2023, il percorso, con interventi più o meno marcati, prosegue inesorabile come una formica che ha trovato una enorme mollica di pane e con abnegazione, sforzo ed impegno, la porta verso la tana. In quel momento i ragazzi sono pronti per iniziare nuove collaborazioni, sottopongo loro alcune idee strategiche da mettere in atto. Parallelamente, a Ottobre 2022, inizio a seguire una falegnameria artigianale, anche qui animata da volontà di crescita, il potenziale c’è tutto, iniziamo gli incontri, i primi sono quasi una disputa, io con il demolitore contro un muro di “abbiamo sempre fatto così” ma con tanta voglia di mettersi in gioco e crescere. Succede, il fatturato in un anno quasi triplica, la soddisfazione personale, che è come un fiume in piena di emozioni, non è nemmeno paragonabile a quella del cliente. Anche qui, per tenere fede e coerenza ad alcune delle specializzazioni che posseggo e che mi vengono riconosciute, agevolare business, aggregare relazioni, propongo di stringere collaborazioni. Siamo anche qui a Ottobre 2023. Il match è creato, a questo punto, come recita un antico proverbio africano, ho insegnato a “pescare” ai miei clienti che quindi riescono da soli a “sfamarsi”. Entrambi sono soddisfatti, non hanno messo in gioco tutto ciò che ho detto loro anche se dico sempre: “io ti insegno le cose, ma tu continui a stare male finchè non le applichi, si vede che ti piace così. Se vuoi ottenere i risultati devi applicare quello che ci diciamo e lavorarci sopra. Applicare le tecniche, seguire le indicazioni che ti do, agire anche se non ne sei convinto. Il fare è la risposta.” Per qualche strano motivo, del quale non mi interessa più di tanto, qualche volta mi sento superiore, ho un relazionale distacco dalle cose inique. Per qualche strano motivo, dicevo, entrambi i clienti non mi contattano più, nonostante il percorso sia terminato, con interessanti risultati che hanno anche generato positivi feedback, ed io chieda loro sempre di restare aggiornati, non si sentono più. Scoprirò che sono stati vittima degli ambienti esterni, vittima della Shining Object Syndrome (Sindrome dell’oggetto luccicante), poco male, abbiamo lavorato, sono contento, mi hanno pagato il giusto, dai documenti posso verificare e determinare i progressi: “molto bene”, mi dico. Siamo al termine di questa storia e, ad inizi di Luglio 2024, vedo un post sui social dove uno degli imprenditori annuncia la collaborazione che avevo proposto e foraggiato oltre otto mesi prima, l’hanno fatta! Hanno sputato nel piatto dove hanno mangiato, ma poi ci hanno fatto la scarpetta!!! Sono molto orgoglioso che anche questo mio consiglio strategico sia stato attuato, come tutti, se vuoi davvero crescere, mi spiace non aver avuto riscontro, ma anche questa volta, come mi dico sempre: “se non vinci, impari”, ed ho imparato che comunque dispensare strategie sarà sempre un mio preciso obiettivo, aiuterò sempre gli imprenditori e crescere, a far crescere la loro azienda e le persone che coinvolgono. E adesso, attivo il tergicristallo, pulisco il vetro, vedo ancora meglio è tutto più nitido, sono pronto per altri imprenditori che vogliono diventare la migliore versione di loro stessi. Punto. E tu, vuoi diventare una versione migliore di te? Hai costruito la tua azienda, con sacrifici, e tutti i giorni sei in prima linea per farla crescere, per te, per i tuoi collaboratori, per i clienti, e qualche volta ti senti imprigionato quasi il dipendente fossi tu. Se vuoi smettere di essere dipendente della tua azienda scambiamo qualche parola, ne usciremo entrambi migliorati. Puoi prendere un appuntamento con me QUI. L’articolo Una storia di persone proviene da .

I SOCIAL SONO FINITI

I social come li conosciamo sono finiti: prosperano quelli di scopo, chiusi, piattaforme di intrattenimento e motori misti. Vado al sodo: social “generalisti” come Facebook o Instagram funzionano sulla base delle nostre reti sociali, ovvero i miei contenuti li vedono -tendenzialmente- i miei follower quindi, avere follower è un valore. Che poi la copertura sia abbondantemente sotto al 10% (semplificando, se hai 100 amici la tua roba la vedono in 10) è tutto un altro tema: se hai molti follower hai -di nuovo, tendenzialmente- molti riscontri in termini di lettori. Ecco, a mio avviso la baracca pensata così è al capolinea, finita, andata. Al loro posto nascono altri tipi di piattaforme in cui i follower (o gli iscritti) hanno un impatto più basso. Diamogli un’occhiata: – Social di scopo Linkedin, Tinder, OnlyFans Vivono di uno scopo, “servono a quello”. LinkedIn serve a trovare/cambiare lavoro o a mostrare quanto si è bravi. Il business è lo scopo. Gli altri hanno scopi diversi. Possono essere pubblici o chiusi. – Social chiusi Whatsapp, Telegram “Ad invito” in cui puoi fare tutto quello che l’admin decide tu faccia. Puoi parlare con tua zia o partecipare a canali con 3000 persone, tuttavia non sono luoghi “pubblici”, accessibili a tutti, ma privati. – Piattaforme d’intrattenimento TikTok, Twitch Sono luoghi in cui puoi fare i numeroni anche se hai pochi contatti-amici-follower perché non sono basati -solo- sulle reti sociali ma sul contenuto. L’algoritmo mostra le cose a chi le potrebbe apprezzare al di là dei follower, creando un potente effetto di novità continua, scoperta e gratifica. Il competitor di TikTok, per capirci, non è Facebook ma Netflix e i videogame. – Motori misti YouTube, Google Maps, TripAdvisor Social che non sono solo social e motori di ricerca che non sono solo motori di ricerca. Su Google Maps cerchi i ristoranti, leggi le recensioni, individui i “Local Guide”, li segui, ti fidi. Su YouTube ci vai quasi sempre per cercare qualcosa (pulire le vongole o ripiegare i vestiti e chi più ne ha più ne metta) poi ti trovi a vedere cose correlate interessanti, ti piacciono, leggi i commenti, ti iscrivi ai canali e diventi parte della community. Misto tra social e search. Il mondo social è iniziato circa 15 anni fa, a livello globale, ed oggi siamo alla prima grande capriola. A questo punto se i social fanno parte della tua strategia di comunicazione devi essere particolarmente attento all’uso che ne fai, al pubblico al quale ti rivolgi ed al messaggio che vuoi diffondere. Il target è importantissimo e troppo spesso vedo aziende o professionisti che sperano di trovare i clienti sui social, su alcuni social. Non è sempre possibile o non è affatto possibile a meno che non attivi una strategia comunicativa in questo senso. Innanzi tutto, che tu sia un imprenditore o un professionista, ti devono trovare, e già qui, come abbiamo visto prima, la cosa non è facilissima, poi devi creare una fidelizzazione e smetterla di autocelebrarti e basta, devi definire un piano di comunicazione strategico e questo non si può fare attraverso un social media manager che è più attento agli algoritmi che alla strategia. Devi creare un ecosistema che preveda un percorso di interazione e che segua il principio della VCP, ovvero, Visibilità – Credibilità – Profittabilità, altrimenti stai perdendo tempo e risorse, quindi, comunque soldi. Lascia perdere gli imbonitori che ti promettono falsi orizzonti, perché sono gli stessi orizzonti che promettono a tutti. Tu hai bisogno di una strategia mirata, unica, adatta specificatamente per la tua attività, i tuoi prodotti/servizi, il tuo target clienti ecc. ecc. e queste sono prerogative che devi far diventare uniche, altrimenti sei come gli altri. Non devi fare cose diverse, devi fare le cose diversamente. Da anni mi occupo di strategie di comunicazione, di strategie aziendali e soprattutto sono un mentore. Chi è un mentore: è una persona in grado di offrire consigli di vita e professionali dettati dall’esperienza, un trasferimento di esperienze. Il mentore è qualcuno che ci sostiene e con cui instauriamo un rapporto speciale, destinato a durare nel tempo. Qualcuno che sappia innanzi tutto ascoltarci, per aiutarci a capire meglio noi stessi. Una guida per accendere scintille di vita personali e professionali, qualcuno che sappia mettere in campo le sue conoscenze, competenze, esperienze e contatti in linea con le nostre vocazioni. Adesso prenditi del tempo, ragiona con te stesso, hai al fianco una persone di questo tipo, non uno che deve venderti i suoi prodotti o servizi, uno che ti accompagna. Se vuoi davvero “fare” la differenza potremmo condividere insieme come fare. Puoi approfittare di una consulenza gratuita con me, prendi un appuntamento e passa in una nuova dimensione! Ecco il link L’articolo I SOCIAL SONO FINITI proviene da .

Meglio una formazione che una laurea

Meglio una formazione che una laurea

Prendo spunto da un interessante articolo pubblicato da ADNKRONOS che riguarda uno studio ‘Il futuro del lavoro e lo sviluppo professionale‘, condotto da Ipsos a livello europeo, e che ha rilevato che la maggioranza dei lavoratori dipendenti italiani (91%) ritiene ugualmente importante acquisire una nuova competenza con l’obiettivo, nel giro di un anno, di migliorare il proprio percorso di carriera. Un lavoratore italiano su due (51%) ritiene che la formazione sul posto di lavoro sia più utile per preparare le persone rispetto ai tradizionali titoli di studio universitari: è quanto emerge da un nuovo studio italiano sulle tendenze di carriera e sul posto di lavoro. Una possibile spiegazione di questa situazione è riconducibile al fatto che molti intervistati hanno dichiarato che si sentirebbero motivati (39%), incoraggiati (35%) e ottimisti (29%) a lavorare per un’azienda che offra accesso a programmi per l’acquisizione di nuove competenze utili allo sviluppo della carriera. Inoltre, circa una persona su cinque in Italia (19%) ammette di non potersi permettere di pagare corsi di formazione in modo autonomo. Soffermandosi sugli scenari futuri del mondo del lavoro, dallo studio emerge come la formazione rappresenterà un asset fondamentale per mitigare le preoccupazioni dei lavoratori. Ben il 46% teme infatti di non avere le competenze necessarie per continuare a svolgere il proprio lavoro nei prossimi anni. Inoltre, circa sette intervistati su dieci (71%) ritengono che le persone attualmente occupate dovranno continuare a studiare e aggiornarsi per mantenere il proprio ruolo professionale anche in futuro. Tuttavia, solo il 14% dei dipendenti afferma di avere accesso a corsi di formazione in grado di supportarli in un loro eventuale cambio di percorso professionale, mentre due dipendenti su dieci (22%) dichiarano che presso il loro attuale datore di lavoro non esiste tale possibilità. Questi dati, e questo studio, mi hanno particolarmente interessato perchè sostanzialmente avvalorano quanto cerco di comunicare agli imprenditori, la creazione di una sorta di Academy Aziendale, una struttura agile che possa essere generatrice di formazione e di motivazione intrinseca, che possa migliorare il clima aziendale e le professionalità soprattutto attraverso competenze trasversali, che purtroppo nessuna scuola insegna. In OPEN abbiamo messo a punto una serie di strumenti che vogliono venire incontro agli imprenditori lungimiranti, che ci tengono alla propria azienda ed alle proprie persone. Senza scomodare ulteriormente le Soft Skills, sulle quali ci occupiamo di formazione e diffusione da anni, ed ora anche in alcune scuole che hanno una vista lunga, abbiamo predisposto dei percorsi di Academy strutturati, che vanno dall’utilizzo di piattaforme come Linkedin piuttosto che la Linguistica di Precisione, per citarne alcune. Hai creato un’azienda e quotidianamente ti adoperi per il suo sviluppo, gestendola bene, acquistando ai prezzi corretti, vendendo, comunicando, con fatica e impegno per fare in modo che sia redditizia. Una Academy Aziendale è il tassello che ti manca per poter comunicare quello che fai, perchè lo fai, ed attirare “solo” le persone giuste, che siano i tuoi clienti, i tuoi collaboratori, i tuoi fornitori. Entriamo in contatto, investi un attimo del tuo tempo per una consulenza gratuita. Fissa un incontro L’articolo Meglio una formazione che una laurea proviene da .

Il sito internet non serve a nulla!

Il sito internet non serve a nulla!

Hai un sito internet, quindi? Qualche #consiglio da chi non realizza siti ma si occupa di #comunicazione e #strategia. Oggi ogni attività, fra le prime cose che decide di fare, acquista un #dominio. Qui non discuto sui nomi, i suffissi ecc. anche se ce ne sarebbe da dire. Voglio soffermarmi su quello che succede dopo. Si contatta un web designer, e ce ne sono davvero molti preparati ed aggiornati, personalmente ne conosco diversi, e ci si affida a loro per individuare il template, mantenere i colori del brand, definire gli spazi per il testo e le foto, definire quali saranno le pagine (sempre troppe), individuare gli effetti grafici e di movimento, ecc. ecc. Insomma, oggi i siti sono tutti molto belli, è davvero difficile trovarne uno bruttino, a meno che non sia stato fatto qualche anno fa. E qui mi permetto di suggerire che un sito internet dovrebbe essere rinfrescato/aggiornato almeno ogni 2/3 anni, se non meno. I siti che, a mio avviso, rendono meglio, sono i cosiddetti “siti vetrina”, i siti che sostanzialmente sono abbastanza statici nei contenuti e servono a dare #informazioni complete sulle caratteristiche dei prodotti e/o servizi che rappresentano e sulle #persone “dietro” a questi. Perché dico ciò? Perché un sito vetrina ha necessità di aggiornamenti meno ravvicinati rispetto ad un sito dove, per esempio, la pagina “eventi” deve contenere gli eventi prossimi e non quelli di un anno prima, se va bene. Quindi, prima di approcciarsi alla definizione di un sito, cerchiamo di comprendere se poi le pagine avranno necessità di una manutenzione continua o meno, un sito non aggiornato è come una casa sporca, denota poca cura, ed è uno dei primi bigliettini da visita della vostra attività. Ho detto che il sito è uno dei primi bigliettini da visita perché il processo di #consapevolezza del mercato, a meno di strategie studiate ad hoc, arriva al sito dopo essere passato per un contatto diretto (anche passaparola) oppure attraverso i social. Premesso che sui #social, qualsiasi esso sia, non ho mai visto nessuna azienda o professionista o imprenditore che non sia stupenda, fantastico, super busy; il mercato cerca conferme sul sito, e lì deve trovarle. Lo stesso dicasi successivamente ad un contatto diretto, le persone comprano dalle persone e, prima di ogni azione, si passa per i social e per il sito. Qualche esempio negativo: La UX experience qualche volta è davvero brutta, interazioni complicate, difficoltà a trovare quello che serve, troppi popup che infastidiscono, menù complicati e poco intuitivi, sito lento perché con troppe animazioni o posizionato su un server poco performante; Il copy davvero povero, troppo “limone in bocca”, troppo aggressivo o troppo umile (che in ogni caso sarebbe meglio fra i due), testi scritti per riempire gli spazi invece di generare un copy che racconti una storia, senza utilizzo di scrittura ipnotica (senza fraintendere è una tipologia di scrittura che affascina chi legge, non ha nulla a vedere con l’ipnosi “magica” o medica), insomma, che faccia vivere una esperienza; Tutti uguali, tutti migliori, non ho mai visto un sito che recita “per noi i clienti sono tutti uguali” ogni sito recita “per noi il cliente è la persona più importante”; oppure “abbiamo i peggiori prodotti sul mercato” ogni sito recita “abbiamo i migliori prodotti” e via dicendo. Tutti dicono di essere i migliori e se tutti sono migliori tutti sono paragonabili; quindi, fra i migliori vince chi ha il prezzo “migliore”, ergo, si inizia la guerra dei prezzi. Non capisco come mai chi organizza la propria comunicazione sul sito, visto da tantissimi, non pensi a comunicare di essere “diverso” e quindi comunicare un “valore percepito” piuttosto che solo servizi o prodotti, oppure solo caratteristiche. Non so se ti ritrovi in alcune di queste situazioni, che hai verificato su qualche sito che hai visitato di recente, o, peggio, sul tuo. Per non essere come tutti è necessario avere un piano d’azione, un #ecosistema di comunicazione che faccia vivere una bella esperienza a chiunque ti “venga a trovare” online, un piano d’azione “omnicanale” che segua in percorso logico, unico, declinato poi per la singolarità del singolo canale. Un piano d’azione è meglio di un ottimo web designer, copywriter, grafico, ecc. ecc. che sono importantissimi ed indispensabili, ma devono seguire le linee guida tue, della tua attività e di quello che vuoi comunicare aggiungendo la propria professionalità e competenza specifica. Se non vuoi che la tua comunicazione sia composta da tante tessere di un puzzle ancora nella busta di plastica, bensì da una strategia, entriamo in contatto. #open #consulenzastrategica #manifestoaziendale #marketing #mentoring #coaching #fraildireeilfarecedimezzoilfare ————————————————— La mia passione, il mio lavoro, trasferire esperienze maturate in 40 anni di imprenditoria attraverso il mentoring per far elevare l’azienda, l’imprenditore e la cultura aziendale. Nell’ottica e nel rispetto delle persone. Vieni a conoscermi meglio: www.antoniofinocchi.it Se vuoi conoscere meglio la mia azienda: www.openbusinesscoach.it Scopri il nostro mo(n)do per fare impresa: https://drive.google.com/file/d/1YQma52qabhK9eZSmsP9qNmTsMdRXod_v/view?usp=sharing L’articolo Il sito internet non serve a nulla! proviene da .

Brand Manifesto la nuova comunicazione aziendale

Brand Manifesto la nuova comunicazione aziendale

Perchè anche la tua azienda ha bisogno di un MANIFESTO AZIENDALE, per conquistare, per vendere, per assumere. Il momento giusto è ora! Perchè un Brand Manifesto Il manifesto aziendale è la dichiarazione di valori e aspirazioni di un’impresa e si concentra, oltre che sulla Vision e la Mission, anche sul cuore del brand aziendale rendendolo memorabile. Parla un linguaggio immediato, è vicino alle persone perchè è fatto dalle persone per altre persone (clienti, collaboratori), per questo “arriva” molto facilmente. Il manifesto è basato sul contenuto ma la grafica è fondamentale per sostenere i concetti che si vogliono trasmettere. Il Manifesto Aziendale è così importante perchè in un mondo stracarico di dati, le persone hanno bisogno di sapere con chi stanno parlando e se il piano valoriale del brand è, per loro, accettabile e condiviso. Vale sia per i brand consumer ma anche per le aziende B2B, perchè non ci dimentichiamo mai che il business tra aziende lo fanno le persone. Come è fatto un Brand Manifesto Un Brand Manifesto deve essere ben lontano da un mero elenco di buoni propositi o dichiarazioni formali, il Brand Manifesto deve essere: CORAGGIOSO: porta alla luce la natura profonda dell’azienda, senza rinnegare anche le debolezze o le prese di posizione; COERENTE: deve rispecchiarsi e rispecchiare la verità, intesa non solo come atteggiamento ma anche, naturalmente, come prodotti e servizi; CHIARO: niente retorica, nessuna frase fumosa. Il Manifesto è diretto. Dirompente nel contenuto, nella grafica e nel linguaggio. Il Brand Manifesto è una spremuta di intenzionalità: racchiude le motivazioni più profonde del brand, quelle che smuovono gli animi e hanno un impatto sul mondo. E’ un punto di congiunzione dell’intera strategia comunicativa. Cos’è un Brand Manifesto L’obiettivo è quello di metterti in contatto con le persone che condividono la tua visione del mondo e le tue convinzioni. Prova a rispondere a queste domande: Che cosa ti rende strano/unico e cosa ti caratterizza come azienda? In cosa sei diverso da altre aziende/competitor? Che cosa rende unica la tua cultura? Perché le persone ti definiscono folli, strani e particolari? Quali sono le tue convinzioni riguardo alla vita e al mondo che sono ritenute insolite? Che cosa sicuramente non sei disposto a fare? Adesso hai la necessità di qualcuno che ti possa fare da mentore, trasferirti le proprie esperienze vissute da imprenditore, stratega, aggregatore di relazioni, agevolatore di business per farti entrare, anche e soprattutto con il Brand Manifesto, all’interno dell’economia collaborativa, l’economia dell’abbondanza. Pronti per il TUO Brand Manifesto OPEN ha creato la divisione “Brand Manifesto” per colmare una grande lacuna che abbiamo verificato nell’ambito della consulenza strategica aziendale ed imprenditoriale. Ci occupiamo di mentoring impreditoriale, consulenza strategia, crescita e asset aziendali. Il nostro fondatore, Antonio Finocchi, è un imprenditore dal 1984 e nella sua esperienza ha creato e portato al successo numerose aziende in diversi settori grazie alle proprie attitudini, conoscenze, competenze e principi. Ha deciso di fondare OPEN (Organizzazione Personale Elevazione Naturale) per mettere a disposizione di aziende ed imprenditori tutte le proprie esperienze. Ha scritto diversi libri fra i quali “Fra il dire e il fare, c’è di mezzo…il fare!”, “Come diceva mio nonno”, “La guida strategica d’impresa” ed altri che puoi trovare su Amazon. Un pomeriggio di qualche mese fa eravamo in una riunione di team per analizzare i progressi dei nostri clienti e le strategie da portare avanti mentre un collaboratore parlava della difficoltà di molti imprenditori ad identificare Vision e Mission e soprattutto il perchè molte imprese “fanno quello che fanno”. Da questa riunione è scaturito un brainstorming davvero entusiasmante ed è nato Brand Manifesto, il tassello che mancava nel panorama della consulenza strategica. Abbiamo tutti condiviso questo nuovo progetto entusiasmante, una nuova sfida che si prospettava, un nuovo limite da superare: diffondere la cultura del Brand “umanizzato”, da qui nasce il claim “the umanized brand” che fa spalla al nome di questa divisione. Abbiamo quindi pensato ad un format da proporre ai nostri clienti ed anche ad imprese ed imprenditori non clienti per offrire un servizio davvero innovativo, ad oggi non ancora conosciuto e comunque di difficile applicazione in quanto spesso il Brand Manifesto viene proposto dalle agenzie di marketing che poco o nulla hanno a che fare con la strategia aziendale nel loro insieme bensì solo nell’ambito della comunicazione che è solo la punta dell’iceberg. Da tutti questi ragionamenti è scaturito un format da poter essere applicato che in 7 passi ti consentirà di avere il tuo Brand Manifesto e non solo quello, perchè il raggiungimento del risultato ti farà essere ancora più padrone della tua azienda, evidenziare molti aspetti in ambito strategico dei quali probabilmente conosci poco o nulla. Il Brand Manifesto è un valido ed innovativo modo di portare alla ribalta i tuoi valori, le tue peculiarità, il tuo messaggio e comunicarlo in una maniera non consueta e quindi dirompente, oggi potresti essere il precursore del nuovo, domani potresti essere un inseguitore di chi l’ha già fatto. Il nostro modus operandi Dopo il primo approccio e la sottoscrizione del contratto si procede a dar corso alle 7 fasi di definizione del Brand Manifesto. 1.Valutazione preliminare Ecosistema Aziendale Un primo colloquio nel quale si stabiliscono gli asset aziendali attraverso la compilazione di un breve questionario per identificare il tuo Ecosistema Aziendale di Successo, uno dei punti cardine della consulenza strategica, basato sui 5 fattori e trattato nel libro di Antonio Finocchi “La guida strategia d’impresa”. 2.Audit di valutazione e role play di esecuzione In questa fase definiamo i parametri scaturiti dal questionario ed i punti di forza che sono la base della comunicazione del Brand Manifesto. 3.Determinazione/analisi Vision, Mission, Valori Molte imprese hanno già scritto la propria Vision e Mission sulle quali andiamo a lavorare per renderle attinenti al risultato che intendiamo ottenere e per calzarle al meglio al Brand Manifesto, in contemporanea andiamo a definire i Valori fondanti dell’impresa che sono la parte fondamentale da comunicare. 4.Audit di allineamento e descrizione Manifesto Siamo già arrivati alla descrizione, attraverso un processo di scrittura ipnotica, del contenuto del

Concentrati nell’epoca della distrazione

La mancanza di tempo spesso è solo una conseguenza della distrazione: quando si riesce a rimanere concentrati si riesce a lavorare bene. Viviamo in un’epoca accelerata, la nostra vita è molto semplificata rispetto solo a pochi anni fa, grazie all’aiuto di macchine che svolgono tanti lavori al posto nostro, grazie a comunicazioni più veloci, spostamenti più rapidi… Eppure, pronunciamo frasi come “Non ho tempo”, “non ho fatto in tempo”, “vorrei farlo, ma non so quando” ogni giorno. Viviamo insomma in un’epoca contraddistinta da paradossi che incidono profondamente sulla nostra capacità di vivere il tempo in maniera significativa. Abbiamo sicuramente più tempo a disposizione ma ne perdiamo una grande parte. Provate a restare concentrati sul lavoro e verrete interrotti da: rumori ambientali, notifiche del telefono, avvisi della vostra casella mail, telefonate, spesso inutili, e ancora, il collega che chiede un parere, quello che fa una battuta, ma anche pensieri, preoccupazioni personali, ricordi. Come rimanere concentrati e lavorare bene Non è necessario fare cose strane o particolari bensì seguire poche e semplici regole, vediamole: 1. Formulare il proprio problema nella maniera più precisa possibile; 2. Abbandonare quel problema (aiutandosi facendo una passeggiata, ascoltando musica, dormendo o dedicandosi al proprio hobby); 3. Lasciare che il tempo scorra, senza pensare di arrivare alla risoluzione o alla risposta; 4. Infine, sintonizzarsi sulle nostre sensazioni per raccogliere stimoli e intuizioni, avendo piena fiducia nelle nostre capacità. Certamente, lo stato di flusso non si attiva istantaneamente; occorre tempo per immergersi in un’attività e ancora di più per raggiungere uno stato di profonda concentrazione e bisogna perciò aiutarsi a raggiungerlo, togliendo di torno le distrazioni (almeno quelle che possiamo) e adottando alcune strategie o tecniche. E’ fondamentale essere motivati, motivati da una motivazione intrinseca, quella che si innesca al nostro interno, che ci fa entusiasmare e raggiungere lo stato di flow. E’ indispensabile che la cultura aziendale, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e l’ambiente in cui lavoriamo giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento dello stato di flusso. Le aziende oggi devono chiedersi quale modello di lavoro vogliono adottare e come supportare le proprie risorse. Per avere dipendenti fidelizzati e concentrati, occorre promuovere il benessere psicologico, garantendo strumenti di supporto, facendo proliferare una cultura basata non sul successo e sulla performance, ma sul senso di soddisfazione. Il mio lavoro di mentoring imprenditoriale parte da queste basi fondamentali per creare armonia, soddisfazione soprattutto incentrati sulle persone, che per una azienda e per l’imprenditore sono investimenti importanti e come tali devono essere gestiti, seguiti e mantenuti nel tempo. E’ fondamentale trovare le giuste risorse di collaborazione ed è altrettanto importante mantenerle in uno stato di attività consapevole, di entusiasmo, di motivazione. Parliamone insieme, prendo un appuntamento con me per analizzare la tua situazione e scoprire tutti gli ambiti della tua organizzazione che possono essere migliorati. Ricorda che non esistono cose negative, solo cose che possono essere migliorate ed accresciute. Se vuoi puoi compilare il questionario che analizza il tuo Ecosistema Aziendale di Successo basato sui cinque fattori cardine che rendono una azienda forte, costruita sulla roccia e pronta all’espansione. Il questionario lo trovi qui: https://forms.gle/x2eSwknZiKQG7mRd9 L’articolo Concentrati nell’epoca della distrazione proviene da .

L’autenticità vince?

Sempre più spesso mi ritrovo a sentire discorsi della gente che mi circonda che dice di amare le persone autentiche. La verità è che questo non è quasi mai vero. Il mondo della connessione perenne ci fa vedere continuamente immagini di persone che vogliono “sembrare” autentiche ma che sono tutto l’opposto. Non dimenticare mai che quello che vedi sui social, in Rete e via dicendo, non è altro che la punta di un iceberg dove la vera autenticità è nascosta sotto la superficie dell’acqua. Essere autentici è un comportamento che deve trovare la giusta sintonia tra l’essere e l’apparire, una cosa davvero difficile perchè prevede una grande conoscenza di se e soprattutto rendere le persone che ci stanno intorno consapevoli di questo. Cosa assolutamente diversa è quella di essere percepiti come autentici, la punta dell’iceberg appunto. Questa percezione che si vuole dare è figlia di una comunicazione che segue una direzione ben precisa nella convinzione che gli altri comprendano esattamente quello che vogliamo percepiscano. Alla base di tutto c’è un BIAS cognitivo, la predisposizione delle persone a ritenere autentico quel poco che conoscono. Le persone vedono la coerenza e la percepiscono come se fosse autenticità. Le persone tendono di più a credere a Chiara Ferragni che dice di fare beneficienza attraverso un dolce. Il dolce non attira da solo, un influencer invece si, perchè la sua vita, la sua comunicazione è basata su attrazione, gradimento e affidabilità. Nel momento però che si è scoperto l’inganno che cosa ha fatto? Si è scusata, indossando abiti normali, con una luce normale, ha cercato di apparire affranta, vera, pentita, insomma autentica! E’ sicuramente meglio amare le persone etiche, quelle i cui pregi e i cui difetti sono direttamente collegate alle scelte imprenditoriali, alla comunicazione e alla relazione che instaurano con gli altri, piuttosto che quelle (ritenute) autentiche. Cerchiamo di amare chi fa quello che dice e dice quello che fa. Togliamo le fette di prosciutto dagli occhi ed iniziamo davvero a mostrarci autentici agli occhi degli altri, soprattutto se siamo dei #professionisti o #imprenditori. Dobbiamo essere autentici con i nostri clienti, è questo non devo dirtelo io, non solo, dobbiamo essere autentici con i nostri collaboratori, creare dialogo, clima, rapporti e relazioni. Non finisce qui, dobbiamo essere autentici con i nostri fornitori e, soprattutto con noi stessi, solo così riusciremo a creare un vero ecosistema. Il passo successivo è quello di formarti, di avere al tuo fianco qualcuno che si occupi di strategia, che abbia esperienza imprenditoriale, non solo nozioni, che le aziende le abbia costituite in prima persona e portate avanti con successo, che sia un imprenditore votato al trasferimento di esperienze. Un mentore. Ma chi è un mentore: Mentore è una persona in grado di offrire consigli di vita e professionali dettati dall’esperienza, un trasferimento di esperienze. Il mentore è qualcuno che ci sostiene e con cui instauriamo un rapporto speciale, destinato a durare nel tempo. Qualcuno che sappia innanzi tutto ascoltarci, per aiutarci a capire meglio noi stessi. Una guida per accendere scintille di vita personali e professionali, qualcuno che sappia mettere in campo le sue conoscenze, competenze, esperienze e contatti in linea con le nostre vocazioni. Questo sono io, mi occupo di mentoring imprenditoriale dal 2015 e dal 1984 sono un imprenditore. Il miglior modo di crescere, per te stesso e per la tua azienda, è quello di farci una chiacchierata, scoprire tutti i tuoi potenziali di miglioramento e diventare eccellente. Vieni a conoscermi meglio sul mio SITO Vai a vedere i libri che ho scritto su Amazon Prendo un appuntamento per una consulenza gratuita

Questo è il marketing, il resto è fuffa!

E’ ora di smetterla di usare i consumatori per risolvere il problema della propria azienda e di cominciare ad usare il marketing per risolvere i problemi della gente. E’ ora di smetterla di raccontare delle frottole, inondare di spam le caselle di posta dei clienti e sentirsi in colpa per il proprio lavoro. E’ ora di smetterla di confondere le metriche dei social media con le autentiche relazioni. E’ ora di smetterla di spendere soldi per rubare un minuto di attenzione al cliente. Fare marketing vuol dire migliorare il mondo. Il vero marketing affonda le sue radici nella generosità, nell’empatia e nella partecipazione emotiva. Fare del buon marketing significa identificare la più piccola nicchia di mercato capace di sostenere il proprio business. Costruire fiducia e consenso. Fare marketing è un processo di miglioramento ed il primo passo per migliorare è fare cose migliori. Un conto è fare pubblicità, altro conto è fare marketing. Ho voluto scrivere qualche frase tratta dal libro di Seth Godin: Questo è il marketing perchè è giusto fare chiarezza su questa parola e sull’uso di questa strategia all’interno di un’impresa. Nel video puoi vedere la recensione di questo interessante libro che ti consiglio di leggere. Lascia un commento o contattami per approfondire.

Mission e Vision…niente paura!

Quando si decide di costituire un’azienda è sempre indispensabile determinare la mission e la vision aziendale. Molto, troppo spesso, gli imprenditori pensano di avere ben chiari questi due pilastri della strategia aziendale ma solamente all’interno della loro testa, errore gravissimo. Ancora più spesso invece, altri, non si pongono proprio il problema, ritengono che la loro idea di business, il loro modello, il loro prodotto o servizio sarà di forte impatto e successo che non serve altro, quindi costituiscono l’azienda, aprono la partita Iva e…si parte! Nulla di più errato, non avere una chiara strategia, non avere ben chiari mission e vision generano una falsa partenza e costringono successivamente a correre ai ripari. Per non parlare di quelle imprese che decidono in maniera tardiva di creare queste due cose. E’ vero che meglio tardi che mai ma quello che mi chiedo è…fino ad ora come hanno fatto? Cosa sono MISSION e VISION…te lo spiego in un breve video nel quale ti invito a trascorrere con me una giornata di mentoring imprenditoriale ed al termine avrai una più chiara situazione. Se hai qualsiasi informazione da chiedermi non esitare a lasciare un commento o scrivimi all’indirizzo: af.perte@antoniofinocchi.it Ti raccomando di leggere attentamente anche i commenti al video! Buona visione, ecco il link al video.