Questo è il marketing, il resto è fuffa!
E’ ora di smetterla di usare i consumatori per risolvere il problema della propria azienda e di cominciare ad usare il marketing per risolvere i problemi della gente. E’ ora di smetterla di raccontare delle frottole, inondare di spam le caselle di posta dei clienti e sentirsi in colpa per il proprio lavoro. E’ ora di smetterla di confondere le metriche dei social media con le autentiche relazioni. E’ ora di smetterla di spendere soldi per rubare un minuto di attenzione al cliente. Fare marketing vuol dire migliorare il mondo. Il vero marketing affonda le sue radici nella generosità, nell’empatia e nella partecipazione emotiva. Fare del buon marketing significa identificare la più piccola nicchia di mercato capace di sostenere il proprio business. Costruire fiducia e consenso. Fare marketing è un processo di miglioramento ed il primo passo per migliorare è fare cose migliori. Un conto è fare pubblicità, altro conto è fare marketing. Ho voluto scrivere qualche frase tratta dal libro di Seth Godin: Questo è il marketing perchè è giusto fare chiarezza su questa parola e sull’uso di questa strategia all’interno di un’impresa. Nel video puoi vedere la recensione di questo interessante libro che ti consiglio di leggere. Lascia un commento o contattami per approfondire.
Mission e Vision…niente paura!
Quando si decide di costituire un’azienda è sempre indispensabile determinare la mission e la vision aziendale. Molto, troppo spesso, gli imprenditori pensano di avere ben chiari questi due pilastri della strategia aziendale ma solamente all’interno della loro testa, errore gravissimo. Ancora più spesso invece, altri, non si pongono proprio il problema, ritengono che la loro idea di business, il loro modello, il loro prodotto o servizio sarà di forte impatto e successo che non serve altro, quindi costituiscono l’azienda, aprono la partita Iva e…si parte! Nulla di più errato, non avere una chiara strategia, non avere ben chiari mission e vision generano una falsa partenza e costringono successivamente a correre ai ripari. Per non parlare di quelle imprese che decidono in maniera tardiva di creare queste due cose. E’ vero che meglio tardi che mai ma quello che mi chiedo è…fino ad ora come hanno fatto? Cosa sono MISSION e VISION…te lo spiego in un breve video nel quale ti invito a trascorrere con me una giornata di mentoring imprenditoriale ed al termine avrai una più chiara situazione. Se hai qualsiasi informazione da chiedermi non esitare a lasciare un commento o scrivimi all’indirizzo: af.perte@antoniofinocchi.it Ti raccomando di leggere attentamente anche i commenti al video! Buona visione, ecco il link al video.
La curva di apprendimento. La tua elevazione personale.
Nell’ottocento Hermann Ebbinghaus, uno psicologo tedesco, coniò l’espressione “curva di apprendimento” per descrivere i processi osservati in persone che memorizzavano specifici compiti attraverso numerose ripetizioni, un concetto che presto assunse un significato più ampio. Un principio attraverso cui si dimostra che, attraverso l’abitudine e la ripetizione, si ottiene un costante miglioramento in qualsiasi attività umana. A mio avviso la “curva di apprendimento” è una metodica attraverso la quale, giorno dopo giorno, diventa sempre più facile raggiungere un obiettivo. Ogni giorno scopri una nuova fonte di informazioni, scrivi e comunichi in maniera più disinvolta e diventi sempre più produttivo nel generare le tue comunicazioni. Alcuni mi dicono che le informazioni con cui produrre i contenuti sono preziose, le hanno pagate col tempo, lo studio o la ricerca. La professionalità e la conoscenza non vanno regalate o svendute. Non sono d’accordo con questa presa di posizione, anzi sono convinto che le idee portino nuove idee e tanto “valore positivo” a chi le ha generate. Come diceva Thomas Jefferson: “Chi riceve un’idea da me ricava conoscenza per sé senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio”. Illuminare le persone è un buon metodo per farsi amare, ricordare o apprezzare. Un modalità costosa energeticamente, in cui avrai poca concorrenza. Su questa puoi innescare l’abitudine attraverso un’efficace “curva di apprendimento”. La curva di apprendimento è una skill personale, solo tu puoi decidere se elevarti, apprendere, verificare e continuare ad apprendere. Avere cultura ti consente di prendere le decisioni in maniera più precisa, ti consente di argomentare meglio, ti consente maggiori relazioni di livello. Padroneggiare le soft skills, oggi più che mai, è di vitale importanza nell’ambito delle sfere della vita: personale, affetti, professionale. I tuoi clienti, le persone con le quali ti relazioni, sono alla ricerca di competenze soecifiche nel tuo lavoro, ma sempre di più sono alla ricerca delle caratteristiche personali importanti in qualsiasi contesto, non solo lavorativo, perchè influenzano il modo in cui si fa fronte di volta in volta alle richieste dell’ambiente che ci circonda. Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa. Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello. Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”. Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale. – E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale. – Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”. – Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!” – Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. Continua a seguirmi!
Semplice, non sempre facile.
Ci sono molte fonti, sul web una infinità, che raccontano come convincere le persone a compiere azioni di vario tipo.Oggi viviamo in un mondo in cui è possibile trovare tutto. Prodotti, servizi e contenuti sono disponibili in grandissima quantità e sono tutti volti a cercare di ottenere un elemento che, purtroppo, data la sua natura, è sempre più raro: l’attenzione.L’attenzione è una risorsa limitata. Abbiamo a disposizione 24 ore al giorno per le nostre attività umane e non possiamo interessarci a qualsiasi qualcosa. Più l’offerta aumenta, più si riduce la nostra capacità di concentrazione su un singolo contenuto. Ci accorgiamo che, per ottimizzare il nostro tempo, preferiamo contenuti che ci informino velocemente e senza troppi voli pindarici. Ci viene più spontaneo cercare le informazioni di cui abbiamo bisogno all’interno di siti chiari e intuitivi. Il periodo nel quale viviamo ed il mondo che ci circonda è un mondo distratto. Da questa riflessione sono giunto alla conclusione che è necessario il focus ma soprattutto che la semplicità è un elemento di persuasione.Semplice non significa approssimativo o realizzato in modo frettoloso. Rendere semplice qualcosa significa ottimizzare e togliere tutto ciò di cui si può fare a meno, il superfluo. Nel caso delle interfacce tecnologiche, semplificarle significa renderle simili all’esperienza naturale e umana.In un’epoca caratterizzata dalla fretta, in cui tutti vogliono informarsi nel più breve tempo possibile, dobbiamo imparare a competere con la semplicità e la accessibilità, siano esse riferite ai nostri prodotti, ai servizi, ai contenuti e soprattutto alla comunicazione. Facendo questo, otteniamo il vantaggio di una maggiore capacità di propagazione e, di conseguenza, la nostra competenza è percepita come sempre più autorevole. A livello contenutistico, uno dei segreti dell’influenza, sta nella capacità di scrivere testi brevi e interessanti, semplici e intensi, che devono essere pubblicati con costanza. Non è facile imparare a trattare argomenti complessi ed articolati attraverso un linguaggio semplice e fruibile, ma il risultato è dirompente e le persone a cui volete comunicare lo apprezzano, sicuri della vostra abilità e della utilità della condivisione dei vostri contenuti. “La perfezione si ottiene non quando non c’è più nulla da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry.La semplicità è ricerca del meglio. Richiede studio e un notevole sforzo intellettuale. Semplice non è un sinonimo di banale o impreciso, ma è indice di grande preparazione e di capacità di progettazione. In un mondo in cui l’offerta è eccessiva e ridondante, una delle armi più potenti che possiamo mettere in campo è il potere della semplicità. Le competenze della comunicazione sono una delle soft skills oggi più richieste e che ognuno di noi dovrebbe avere. Comunicare non vuol dire solo relazionarsi con gli altri, vuol dire saper utilizzare la voce, il linguaggio del corpo, avere la padronanza del linguaggio e della dialettica. Questo è oramai ovvio. La vera novità è che saper comunicare vuol dire saper ascoltare, l’interlocutore, il suo linguaggio, il suo carattere e sapersi adattare, in modo semplice, alle diverse situazioni perchè la comunicazione prevede al minimo due soggetti, chi trasmette il messaggio e chi lo riceve. Tu sai comunicare? Ti sei mai reso conto, dopo una conversazione che forse l’interlocutore o gli interlocutori non abbiano compreso a pieno il tuo messaggio? Ti hanno fatto domande che ritenevi ovvie? Se ti è capitato qualcosa del genere, devi elevare il tuo livello di comunicazione, devi semplificare per essere più autorevole affinchè dalla comunicazione nascano relazioni proficue. Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa. Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello. Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”. Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale. – E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale. – Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”. – Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!” – Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. 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Soft skills, cosa sono e perchè ti servono.
Tutti ne parlano, pochi sanno davvero di cosa si tratta e ancora meno le praticano. Parliamo delle soft skill, vale a dire le competenze di carattere relazionale. Abilità quali la capacità di ascoltare e di dare feedback agli interlocutori, l’adattabilità ai contesti e alle situazioni o, ancora, la disponibilità all’apprendimento. Le soft skill fanno la differenza tra una persona e l’altra e tra un’impresa e l’altra si tratta di competenze emotive che in parte sono innate ma in buona misura possono essere apprese e migliorate. A parole le imprese affermano di investire molto in questo ambito. Per rendersene conto basta leggere le dichiarazioni dei responsabili HR delle multinazionali come delle Pmi o scorrere il programma di un convegno dedicato alle risorse umane. In concreto, però, le cose sono spesso differenti. In alcune società la valorizzazione delle soft skills è molto teorica e prevalgono altre logiche. In altre realtà, invece, sono davvero un elemento di orientamento e di analisi. Accade, così, che i manager siano valutati – e pagati – non solo sulla base dei risultati economici, ma anche in base alle competenze relazionali dimostrate. Mi riferisco, per esempio, alla gestione del team, alla percezione dei colleghi o dei responsabili diretti. Ovviamente l’analisi delle soft skills dovrebbe essere centrale anche nella fase di selezione. Ci sono situazioni molto eterogenee. C’è chi non le calcola affatto, chi si basa sul proprio giudizio personale, più o meno supportato dall’esperienza, e chi utilizza dei test strutturati, degli strumenti di misurazione oggettivi. Last but not least: la formazione scolastica. Allo stato attuale le soft skills non sono contemplate tra le materie di studio delle scuole superiori e di rado rientrano nei programmi universitari. Qualcosa si trova a livello master, dove compaiono corsi volti a migliorare la capacità di negoziazione o il public speaking. Un po’ poco per expertise che le aziende dichiarano essere così importanti. Ogni imprenditore dovrebbe formarsi in questo ambito soprattutto prima di richiedere ai propri collaboratori conoscenze di questo tipo. Come anticipato, le soft skills sono le competenze che insistono non sul livello della preparazione o della capacità tecnica delle persone, ma su dimensioni più estese che riguardano in sostanza le relazioni e i tratti della personalità, le modalità di porsi con gli altri e quelle “procedurali” di svolgimento del lavoro. Possiamo dire che se le competenze tecniche (o anche quelle linguistiche, digitali etc.) riguardano la capacità concreta di svolgere alcuni lavori, dunque il “cosa”, le soft skills sono invece competenze che riguardano il “come”, ossia la modalità con cui si conduce la propria occupazione. Le soft skills sono competenze molto importanti, e vengono sempre più richieste dalle aziende, perché, oltre ad avere un concreto e decisivo impatto sulla produttività e la qualità del lavoro svolto, servono anche a tenere in salute la dimensione espressiva di qualsiasi staff. Detto in termini calcistici, le soft skills contribuiscono anche a “fare spogliatoio” e favoriscono allo stesso tempo l’autonomia dei singoli elementi all’interno della squadra. Quali sono le soft skills?Dunque: quali sono le soft skills? Per la verità non esiste un elenco comunemente condiviso di soft skills. Ne esistono tuttavia diverse, alcune più e altre meno importanti. Ne ho individuate, tra quelle che sembrano essere maggiormente richieste dalle aziende, 13. Tali 13 competenze trasversali, che presento a seguire, possono essere fatte rientrare sotto 3 diversi ambiti o dimensioni. Competenze trasversali – Ambito dell’oggetto e delle procedure di lavoro Capacità di analisi e attenzione al dettaglio: riguarda la capacità di scomporre nel dettaglio un problema o una situazione negli elementi che lo/la compongono. Capacità di organizzazione: ossia la capacità di utilizzare al meglio le risorse a disposizione (su tutte il tempo) per il raggiungimento di un obiettivo. In altri termini, è la capacità di pianificare una strategia adeguata (efficace ed efficiente) per raggiungere un determinato scopo. Capacità di problem solving: spesso durante una qualsiasi attività lavorativa emergono problemi inaspettati. La capacità di far fronte all’emergenza con strategie volta per volta diverse e adattate al momento riguarda il problem solving (letteralmente la soluzione dei problemi). Creatività: riguarda la capacità di innovare. Come si dice in inglese: “to think out of the box”. La creatività riguarda pertanto una disposizione per la quale si è in grado di vedere il mondo da diverse prospettive, cercando costantemente di migliorare le procedure con le quali ci si rapporta a esso. A differenza del problem solving, che interviene a seguito di un problema, questa competenza non emerge dopo un evento critico. Essa serve invece per migliorare costantemente oggetti e procedure sui piani più svariati, anche quando tutto sembra già funzionare per il meglio. Orientamento all’obiettivo e/o a risultato: si tratta di una disposizione alla costante considerazione degli obiettivi lavorativi. Per chi possiede questa competenza, l’importante è occupare il proprio tempo lavorativo non (solo) per portare a casa uno stipendio, ma per contribuire alla crescita dell’azienda (e di sé stessi), immedesimandosi negli obiettivi e traendone le motivazioni. Competenze trasversali – Ambito delle relazioni interne allo staff ed esterne Capacità di leadership: riguarda la capacità di porsi come leader nel proprio contesto, assumendosi le giuste responsabilità e aiutando gli altri componenti dello staff a perseguire gli obiettivi in un clima di comunione di intenti. Esistono 2 tipi di leadership: strumentale ed espressiva. La prima riguarda la guida verso il concreto raggiungimento del risultato; la seconda la tenuta (anche emotiva) del gruppo e dei suoi componenti. Capacità di negoziazione: saper negoziare, tenendo in considerazione le nostre istanze e quelle delle varie controparti, è una skill fondamentale per le aziende. Si può negoziare con i clienti, con i fornitori e con i membri dello staff. Capacità relazionali ed espressive: sapersi collocare nel contesto nel quale si opera, avendo il controllo dei propri sentimenti e adeguandosi alla situazione specifica, è un’altra competenza che ci mette positivamente in relazione con gli altri, che siamo leader o meno. Saper comunicare con le altre persone è in tal senso un elemento fondamentale. Predisposizione al lavoro di squadra: in un’azienda (e non solo) gli obiettivi non sono mai del singolo individuo, ma dell’intero