Open Business Coach

Concentrati nell’epoca della distrazione

La mancanza di tempo spesso è solo una conseguenza della distrazione: quando si riesce a rimanere concentrati si riesce a lavorare bene. Viviamo in un’epoca accelerata, la nostra vita è molto semplificata rispetto solo a pochi anni fa, grazie all’aiuto di macchine che svolgono tanti lavori al posto nostro, grazie a comunicazioni più veloci, spostamenti più rapidi… Eppure, pronunciamo frasi come “Non ho tempo”, “non ho fatto in tempo”, “vorrei farlo, ma non so quando” ogni giorno. Viviamo insomma in un’epoca contraddistinta da paradossi che incidono profondamente sulla nostra capacità di vivere il tempo in maniera significativa. Abbiamo sicuramente più tempo a disposizione ma ne perdiamo una grande parte. Provate a restare concentrati sul lavoro e verrete interrotti da: rumori ambientali, notifiche del telefono, avvisi della vostra casella mail, telefonate, spesso inutili, e ancora, il collega che chiede un parere, quello che fa una battuta, ma anche pensieri, preoccupazioni personali, ricordi. Come rimanere concentrati e lavorare bene Non è necessario fare cose strane o particolari bensì seguire poche e semplici regole, vediamole: 1. Formulare il proprio problema nella maniera più precisa possibile; 2. Abbandonare quel problema (aiutandosi facendo una passeggiata, ascoltando musica, dormendo o dedicandosi al proprio hobby); 3. Lasciare che il tempo scorra, senza pensare di arrivare alla risoluzione o alla risposta; 4. Infine, sintonizzarsi sulle nostre sensazioni per raccogliere stimoli e intuizioni, avendo piena fiducia nelle nostre capacità. Certamente, lo stato di flusso non si attiva istantaneamente; occorre tempo per immergersi in un’attività e ancora di più per raggiungere uno stato di profonda concentrazione e bisogna perciò aiutarsi a raggiungerlo, togliendo di torno le distrazioni (almeno quelle che possiamo) e adottando alcune strategie o tecniche. E’ fondamentale essere motivati, motivati da una motivazione intrinseca, quella che si innesca al nostro interno, che ci fa entusiasmare e raggiungere lo stato di flow. E’ indispensabile che la cultura aziendale, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e l’ambiente in cui lavoriamo giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento dello stato di flusso. Le aziende oggi devono chiedersi quale modello di lavoro vogliono adottare e come supportare le proprie risorse. Per avere dipendenti fidelizzati e concentrati, occorre promuovere il benessere psicologico, garantendo strumenti di supporto, facendo proliferare una cultura basata non sul successo e sulla performance, ma sul senso di soddisfazione. Il mio lavoro di mentoring imprenditoriale parte da queste basi fondamentali per creare armonia, soddisfazione soprattutto incentrati sulle persone, che per una azienda e per l’imprenditore sono investimenti importanti e come tali devono essere gestiti, seguiti e mantenuti nel tempo. E’ fondamentale trovare le giuste risorse di collaborazione ed è altrettanto importante mantenerle in uno stato di attività consapevole, di entusiasmo, di motivazione. Parliamone insieme, prendo un appuntamento con me per analizzare la tua situazione e scoprire tutti gli ambiti della tua organizzazione che possono essere migliorati. Ricorda che non esistono cose negative, solo cose che possono essere migliorate ed accresciute. Se vuoi puoi compilare il questionario che analizza il tuo Ecosistema Aziendale di Successo basato sui cinque fattori cardine che rendono una azienda forte, costruita sulla roccia e pronta all’espansione. Il questionario lo trovi qui: https://forms.gle/x2eSwknZiKQG7mRd9 L’articolo Concentrati nell’epoca della distrazione proviene da .

L’autenticità vince?

Sempre più spesso mi ritrovo a sentire discorsi della gente che mi circonda che dice di amare le persone autentiche. La verità è che questo non è quasi mai vero. Il mondo della connessione perenne ci fa vedere continuamente immagini di persone che vogliono “sembrare” autentiche ma che sono tutto l’opposto. Non dimenticare mai che quello che vedi sui social, in Rete e via dicendo, non è altro che la punta di un iceberg dove la vera autenticità è nascosta sotto la superficie dell’acqua. Essere autentici è un comportamento che deve trovare la giusta sintonia tra l’essere e l’apparire, una cosa davvero difficile perchè prevede una grande conoscenza di se e soprattutto rendere le persone che ci stanno intorno consapevoli di questo. Cosa assolutamente diversa è quella di essere percepiti come autentici, la punta dell’iceberg appunto. Questa percezione che si vuole dare è figlia di una comunicazione che segue una direzione ben precisa nella convinzione che gli altri comprendano esattamente quello che vogliamo percepiscano. Alla base di tutto c’è un BIAS cognitivo, la predisposizione delle persone a ritenere autentico quel poco che conoscono. Le persone vedono la coerenza e la percepiscono come se fosse autenticità. Le persone tendono di più a credere a Chiara Ferragni che dice di fare beneficienza attraverso un dolce. Il dolce non attira da solo, un influencer invece si, perchè la sua vita, la sua comunicazione è basata su attrazione, gradimento e affidabilità. Nel momento però che si è scoperto l’inganno che cosa ha fatto? Si è scusata, indossando abiti normali, con una luce normale, ha cercato di apparire affranta, vera, pentita, insomma autentica! E’ sicuramente meglio amare le persone etiche, quelle i cui pregi e i cui difetti sono direttamente collegate alle scelte imprenditoriali, alla comunicazione e alla relazione che instaurano con gli altri, piuttosto che quelle (ritenute) autentiche. Cerchiamo di amare chi fa quello che dice e dice quello che fa. Togliamo le fette di prosciutto dagli occhi ed iniziamo davvero a mostrarci autentici agli occhi degli altri, soprattutto se siamo dei #professionisti o #imprenditori. Dobbiamo essere autentici con i nostri clienti, è questo non devo dirtelo io, non solo, dobbiamo essere autentici con i nostri collaboratori, creare dialogo, clima, rapporti e relazioni. Non finisce qui, dobbiamo essere autentici con i nostri fornitori e, soprattutto con noi stessi, solo così riusciremo a creare un vero ecosistema. Il passo successivo è quello di formarti, di avere al tuo fianco qualcuno che si occupi di strategia, che abbia esperienza imprenditoriale, non solo nozioni, che le aziende le abbia costituite in prima persona e portate avanti con successo, che sia un imprenditore votato al trasferimento di esperienze. Un mentore. Ma chi è un mentore: Mentore è una persona in grado di offrire consigli di vita e professionali dettati dall’esperienza, un trasferimento di esperienze. Il mentore è qualcuno che ci sostiene e con cui instauriamo un rapporto speciale, destinato a durare nel tempo. Qualcuno che sappia innanzi tutto ascoltarci, per aiutarci a capire meglio noi stessi. Una guida per accendere scintille di vita personali e professionali, qualcuno che sappia mettere in campo le sue conoscenze, competenze, esperienze e contatti in linea con le nostre vocazioni. Questo sono io, mi occupo di mentoring imprenditoriale dal 2015 e dal 1984 sono un imprenditore. Il miglior modo di crescere, per te stesso e per la tua azienda, è quello di farci una chiacchierata, scoprire tutti i tuoi potenziali di miglioramento e diventare eccellente. Vieni a conoscermi meglio sul mio SITO Vai a vedere i libri che ho scritto su Amazon Prendo un appuntamento per una consulenza gratuita

Questo è il marketing, il resto è fuffa!

E’ ora di smetterla di usare i consumatori per risolvere il problema della propria azienda e di cominciare ad usare il marketing per risolvere i problemi della gente. E’ ora di smetterla di raccontare delle frottole, inondare di spam le caselle di posta dei clienti e sentirsi in colpa per il proprio lavoro. E’ ora di smetterla di confondere le metriche dei social media con le autentiche relazioni. E’ ora di smetterla di spendere soldi per rubare un minuto di attenzione al cliente. Fare marketing vuol dire migliorare il mondo. Il vero marketing affonda le sue radici nella generosità, nell’empatia e nella partecipazione emotiva. Fare del buon marketing significa identificare la più piccola nicchia di mercato capace di sostenere il proprio business. Costruire fiducia e consenso. Fare marketing è un processo di miglioramento ed il primo passo per migliorare è fare cose migliori. Un conto è fare pubblicità, altro conto è fare marketing. Ho voluto scrivere qualche frase tratta dal libro di Seth Godin: Questo è il marketing perchè è giusto fare chiarezza su questa parola e sull’uso di questa strategia all’interno di un’impresa. Nel video puoi vedere la recensione di questo interessante libro che ti consiglio di leggere. Lascia un commento o contattami per approfondire.

Mission e Vision…niente paura!

Quando si decide di costituire un’azienda è sempre indispensabile determinare la mission e la vision aziendale. Molto, troppo spesso, gli imprenditori pensano di avere ben chiari questi due pilastri della strategia aziendale ma solamente all’interno della loro testa, errore gravissimo. Ancora più spesso invece, altri, non si pongono proprio il problema, ritengono che la loro idea di business, il loro modello, il loro prodotto o servizio sarà di forte impatto e successo che non serve altro, quindi costituiscono l’azienda, aprono la partita Iva e…si parte! Nulla di più errato, non avere una chiara strategia, non avere ben chiari mission e vision generano una falsa partenza e costringono successivamente a correre ai ripari. Per non parlare di quelle imprese che decidono in maniera tardiva di creare queste due cose. E’ vero che meglio tardi che mai ma quello che mi chiedo è…fino ad ora come hanno fatto? Cosa sono MISSION e VISION…te lo spiego in un breve video nel quale ti invito a trascorrere con me una giornata di mentoring imprenditoriale ed al termine avrai una più chiara situazione. Se hai qualsiasi informazione da chiedermi non esitare a lasciare un commento o scrivimi all’indirizzo: af.perte@antoniofinocchi.it Ti raccomando di leggere attentamente anche i commenti al video! Buona visione, ecco il link al video.

Caro imprenditore, sei destinato a soccombere…o no?

Mi occupo di mentoring imprenditoriale ormai da molti anni ed ho lavorato e lavoro con imprenditori di ogni tipo. Ho lavorato con chi era agli inizi e doveva imparare tutto, ma anche con imprenditori che fatturano qualche milione di euro. Ho potuto verificare che quasi tutti sono accomunati da un problema.Ma come è possibile che ci sia lo stesso problema indipendentemente dal livello di crescita, dalle dimensioni dell’azienda, dal settore, dal Paese, ecc.? La risposta è abbastanza semplice. Il problema NON È dell’azienda. Il problema è dell’imprenditore. E ad aggravare la situazione c’è il fatto che questo problema è una conseguenza diretta di una qualità che tutti ammiriamo molto e che porta tante aziende al successo. Il problema è che gli imprenditori si credono UTILI, se non INDISPENSABILI! Personalmente ammiro queste persone, sono coloro sempre capaci di risolvere ogni situazione. È solo grazie a loro che l’azienda si regge in piedi e riescono anche a fare delle cose eccezionali che nessun altro riuscirebbe a fare. Quando parlo con loro ci sono degli aspetti di totale ammirazione per la forza, il carattere, l’abilità che molti hanno di cadere sempre in piedi e di superare le avversità. Ma a volte sono un po’ ingenui! Perché non si rendono conto che la loro indispensabilità, le loro abilità, la loro dedizione al lavoro significa anche che NESSUN’ALTRO sarà in grado di emularli e fare quello che fanno loro. Infatti, questi imprenditori sono bloccati nella loro azienda e si ripetono addosso frasi del tipo: Se non ci fossi io tutto crollerebbe Come faccio bene le cose io non le fa nessuno Ci metto 5 minuti a farlo io e un’ora a spiegare come si fa ad un altro Se non controllo questi qua chissà che disastri combinano Ma questo non è tutto. Infatti alcuni sono talmente sopraffati dal lavoro, tanto da provare anche un piacere morboso nel passare quattordici ore al giorno a lavorare. Se ti ritrovi a pensare di essere anche tu in questa categoria vuol dire che stai letteralmente ostacolando la crescita della tua azienda, che non potrà mai crescere fin quando non fai qualcosa di apparentemente semplice ma che emotivamente è molto difficile per tanti: diventare INUTILE! Perché il tanto glorificato lavoro che nobilita l’uomo e che fa parte della mitologia dell’imprenditore “che arriva prima di tutti ed esce dopo di tutti” è forse il più grande limite che possiamo mettere alla crescita della nostra azienda, se quel tempo non viene sfruttato nel migliore dei modi. Ogni imprenditore può avere un enorme successo. Ma sei TU ad averlo, non l’azienda. L’unico modo per essere sicuro che l’azienda funzioni (e non che sia solo l’imprenditore a funzionare) è infatti quello di ridurre fino ad eliminare l’apporto lavorativo dell’imprenditore che deve invece essere indispensabile per pensare all’innovazione, alla ricerca, alle idee imprenditoriali. E quindi diventa indispensabile DELEGARE tutto (o quasi) ciò che l’imprenditore compie come attività quotidiane, tenendo per sé solo le parti che hanno un enorme valore aggiunto e che costituiscono il nucleo del lavoro imprenditoriale, che è quello di “creare” e plasmare l’azienda. Per fare questo è necessario mettere a punto un ecosistema aziendale di successo che è proprio quello che faccio quando lavoro con un’azienda e con l’imprenditore. In poche parole: faccio in modo che l’imprenditore si limiti a fare l’imprenditore, mentre il resto della struttura funzioni portando i collaboratori ad un nuovo livello di competenza e consapevolezza. Faccio in modo di applicare dei metodi che possano generare un ecosistema attraverso i cinque fattori (te ne parlerò nel prossimo articolo). So bene che per molti imprenditori si tratta di una vera e propria eresia. Per questo so anche che quello che sto scrivendo non incontrerà l’approvazione di tutti. Il succo è che se vuoi continuare ad essere un INSISPENSABILE, ma in modo meno ingenuo, devi renderti conto che non puoi ricoprire il ruolo dell’imprenditore e quasi tutti gli altri presenti in un’azienda. L’idea che mi piacerebbe trasferire è proprio questa: tu sei l’imprenditore e devi fare esclusivamente l’imprenditore! Proprio per questo mi piacerebbe che tu prendessi queste mie riflessioni come uno spunto sul tuo lavoro e su come puoi farlo nel modo migliore. Se vuoi fare un passo in avanti concreto, iniziare una elevazione imprenditoriale che ti porti davvero alla crescita, personale, professionale ed aziendale devi applicare la strategia dell’ecosistema aziendale di successo. Se un po’ ti ho incuriosito e vuoi approfittare della mia esperienza e competenza possiamo fare una prima consulenza gratuita nella quale, dopo aver compilato un piccolo questionario, avrai un check up della tua situazione aziendale e personale come imprenditore e potrai conoscere quali sono i fattori sui quali dovrai lavorare per migliorare. Ci sono due frasi che dico e perseguo da sempre: “Non fare cose diverse, fai le cose diversamente” “Fra il dire e il fare, c’è di mezzo…il fare!” che anche il titolo del mio libro che puoi trovare su Amazon. Adesso tocca a te, solo tu sei il fautore del tuo destino. Spero di incontrarci al più presto! Se vuoi maggiori informazioni vai a questo link: https://antoniofinocchi.it/lp/

Efficienza vs efficacia, il coronavirus ne è l’esempio.

In questo periodo storico il mondo intero sta facendo i conti con una situazione particolare. Mai come in questi momenti è evidente come efficienza ed efficacia siano sue parole dal significato profondamente diverso. Chiediamo aiuto al vocabolario: Efficienza: competenza e prontezza nell’assolvere le mansioni. Efficacia: capacità di produrre l’effetto e i risultati voluti o sperati. Apparentemente sembra che vi sia un sillogismo, ma a ben guardare non è così. In questo momento tutti sembriamo essere efficienti, nel senso che ogni persona, costretta a modificare il proprio comportamento, ha tentato e sta tentando, per chi ne ha le possibilità operative, la strada dell’efficienza. Quindi le famiglie si sono organizzate per una spesa efficiente da mettere in atto in maniera programmata, in orari programmati, con una lista di cose da acquistare ben precisa ed organizzata. La scuola si è resa efficiente organizzando lezioni online per gli studenti. In molti (per chi la professione lo ha permesso) si sono approcciati allo smart working rendendo efficienti le ore, gli appuntamenti, gli incontri. Le attività fisiche sono diventati efficienti, gli allenamenti in palestra sono stati sostituiti da allenamenti in casa, running sui balconi o terrazzi ecc. La politica si è resa efficiente nel varare continue nuove regole, nuovi moduli di ipotetica libertà, diffondere informazioni che nel loro intento vogliono creare condivisione. Tutti, chi più e chi meno, hanno cercato di rendere efficiente la propria giornata da “reclusi involontari” per renderla attrattiva, proficua, sostenibile. Ma questa efficienza, apparente o effettiva, è davvero efficace? Rianalizziamo i precedenti comportamenti per fare il punto. Certamente è efficiente organizzare la spesa in modo da limitare le uscite, le file, le cose da acquistare ma certamente non è efficace acquistare non programmando quelli che saranno i pasti che si faranno, prevedendo l’utilizzo degli ingredienti. Quindi non è di certo efficace recarsi al supermercato acquistando quello che “si pensa” possa servire per poi accorgersi che non tutto quello che si è acquistato potrà risolvere la preparazione dei piatti estemporanei dettati da scelte irrazionali e non programmate, ad esempio acquistare l’occorrente per fare una torta ed accorgersi che manca la carta forno nonostante si siano acquistati più dolci di quelli che normalmente si utilizzano perché…metti che non li trovo! Certamente la scuola si è resa efficiente nell’organizzarsi, chi più e chi meno, nel fare lezioni online ma questa efficienza non si è, a mio avviso, dimostrata efficace giacchè nessuno o quasi ha individuato una piattaforma davvero efficiente per impartire le lezioni, mantenere ad esempio l’orario scolastico già previsto in programmazione (cioè prima di questa interruzione delle lezioni in classe) utilizzando strumenti di classroom online che tenessero normalmente impegnati gli studenti nel normale corso delle lezioni ed altrettanto impegnati gli insegnanti nel loro compito, con il risultato che alcune lezioni non vengono proprio svolte, oppure vengono svolte in orari fuori dal normale orario scolastico, la condivisione dei compiti affidata a piattaforme non nate per questo scopo ecc. Certamente è efficiente approcciarsi allo smart working impegnando il tempo in contatti, incontri virtuali ecc. ma non è efficace giacchè molte aziende non hanno mai previsto una condivisione dei propri documenti in una eventuale previsione di questo tipo di lavoro, le linee di collegamento ed i collegamenti stessi non sono sicuri per il trasferimento dei dati, molte abitazioni non hanno collegamenti internet che possano supportare in maniera degna questo imprevisto aumento di traffico. Non è stato previsto un sistema di validazione di contratti, firme, ecc. Insomma c’è una efficienza diffusa nel voler fare lavoro a tutti i costi ma una efficacia di questo lavoro che si traduce in mera idea con produzione di risultati scarsa. Certamente è efficiente ripensare alla propria attività fisica al di fuori della palestra ma non è efficace diventare di colpo dei self made trainer giacchè le palestre, per come ho avuto modo di vedere, non si sono attrezzate per seguire i propri clienti, anche virtualmente. Certamente la politica sta cercando di fare la sua parte in modo efficiente nel voler creare contatto, informazione, cercare (ma non sempre trovare) sistemi di aiuto economico e sociale ma non è efficace in quanto ogni provvedimento preso reca in se ulteriori situazioni grottesche di quasi impossibilità di essere messo davvero in pratica dai cittadini. Cito Zigmunt Bauman che nel proprio libro “Modernità liquida” dice che il Potere riguarda la capacità di fare mentre la Politica riguarda la capacità di decidere cosa fare. Anche qui il potere deve essere efficiente e la politica efficace, e non mi sembra proprio. Quindi? Bella domanda, alla quale rispondo facendo per primo autocritica. Siamo diventati un paese di efficienti, quasi a voler esorcizzare la situazione, il malessere imperante, i tentativi di protesta che ci nascono dentro, l’incertezza del futuro, e chi più ne ha più ne metta. Non siamo diventati un paese efficace perché ognuno di noi ha cercato, o sta cercando di trovare delle soluzioni (efficienza) ma si scontra continuamente con il metterle in pratica in maniera proattiva e risolutiva (efficacia). La soluzione? Altra bella domanda. Non sono un sociologo bensì un attendo osservatore. Posso solo riportare quello che sto facendo dal punto di vista dell’efficienza ed efficacia. Efficienza: Maggiore presenza in famiglia Efficacia: Sono più vicino alla mia famiglia condividendo mansioni, compiti, studiando con i figli Efficienza: Maggiore coordinazione delle cose da fare in casa Efficacia: Riassetto e riorganizzazione degli ambienti, programmazione degli interventi da fare Efficienza: Maggiore organizzazione della cucina e dispensa Efficacia: una lista della spesa organica dove si inserisce quello che si utilizza e che sta per terminare, una organizzazione dei menù in base alla disponibilità della dispensa Efficienza: Maggiore contatto con i miei clienti Efficacia: Individuare una soluzione intuitiva per ognuno, seguire il loro processo decisionale interno ed esterno, organizzare meeting e riunioni come prima di questa situazione, fare un follow up dei processi messi in campo ed individuare risultati e aggiustamenti, creare dei kpi di periodo Efficienza: Maggiori relazioni con persone con i quali ho contatti saltuari Efficacia: Creazioni di nuovi e rafforzati rapporti, maggiore predisposizione al dialogo, condivisione dei momenti ed individuazione

La curva di apprendimento. La tua elevazione personale.

Nell’ottocento Hermann Ebbinghaus, uno psicologo tedesco, coniò l’espressione “curva di apprendimento” per descrivere i processi osservati in persone che memorizzavano specifici compiti attraverso numerose ripetizioni, un concetto che presto assunse un significato più ampio. Un principio attraverso cui si dimostra che, attraverso l’abitudine e la ripetizione, si ottiene un costante miglioramento in qualsiasi attività umana. A mio avviso la “curva di apprendimento” è una metodica attraverso la quale, giorno dopo giorno, diventa sempre più facile raggiungere un obiettivo. Ogni giorno scopri una nuova fonte di informazioni, scrivi e comunichi in maniera più disinvolta e diventi sempre più produttivo nel generare le tue comunicazioni.  Alcuni mi dicono che le informazioni con cui produrre i contenuti sono preziose, le hanno pagate col tempo, lo studio o la ricerca. La professionalità e la conoscenza non vanno regalate o svendute. Non sono d’accordo con questa presa di posizione, anzi sono convinto che le idee portino nuove idee e tanto “valore positivo” a chi le ha generate. Come diceva Thomas Jefferson:  “Chi riceve un’idea da me ricava conoscenza per sé senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio”. Illuminare le persone è un buon metodo per farsi amare, ricordare o apprezzare. Un modalità costosa energeticamente, in cui avrai poca concorrenza. Su questa puoi innescare l’abitudine attraverso un’efficace “curva di apprendimento”. La curva di apprendimento è una skill personale, solo tu puoi decidere se elevarti, apprendere, verificare e continuare ad apprendere. Avere cultura ti consente di prendere le decisioni in maniera più precisa, ti consente di argomentare meglio, ti consente maggiori relazioni di livello. Padroneggiare le soft skills, oggi più che mai, è di vitale importanza nell’ambito delle sfere della vita: personale, affetti, professionale. I tuoi clienti, le persone con le quali ti relazioni, sono alla ricerca di competenze soecifiche nel tuo lavoro, ma sempre di più sono alla ricerca delle caratteristiche personali importanti in qualsiasi contesto, non solo lavorativo, perchè influenzano il modo in cui si fa fronte di volta in volta alle richieste dell’ambiente che ci circonda. Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa. Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello. Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”. Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale. – E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale. – Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”. – Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!” – Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. Continua a seguirmi!

Semplice, non sempre facile.

Ci sono molte fonti, sul web una infinità, che raccontano come convincere le persone a compiere azioni di vario tipo.Oggi viviamo in un mondo in cui è possibile trovare tutto. Prodotti, servizi e contenuti sono disponibili in grandissima quantità e sono tutti volti a cercare di ottenere un elemento che, purtroppo, data la sua natura, è sempre più raro: l’attenzione.L’attenzione è una risorsa limitata. Abbiamo a disposizione 24 ore al giorno per le nostre attività umane e non possiamo interessarci a qualsiasi qualcosa. Più l’offerta aumenta, più si riduce la nostra capacità di concentrazione su un singolo contenuto. Ci accorgiamo che, per ottimizzare il nostro tempo, preferiamo contenuti che ci informino velocemente e senza troppi voli pindarici. Ci viene più spontaneo cercare le informazioni di cui abbiamo bisogno all’interno di siti chiari e intuitivi. Il periodo nel quale viviamo ed il mondo che ci circonda è un mondo distratto. Da questa riflessione sono giunto alla conclusione che è necessario il focus ma soprattutto che la semplicità è un elemento di persuasione.Semplice non significa approssimativo o realizzato in modo frettoloso. Rendere semplice qualcosa significa ottimizzare e togliere tutto ciò di cui si può fare a meno, il superfluo. Nel caso delle interfacce tecnologiche, semplificarle significa renderle simili all’esperienza naturale e umana.In un’epoca caratterizzata dalla fretta, in cui tutti vogliono informarsi nel più breve tempo possibile, dobbiamo imparare a competere con la semplicità e la accessibilità, siano esse riferite ai nostri prodotti, ai servizi, ai contenuti e soprattutto alla comunicazione. Facendo questo, otteniamo il vantaggio di una maggiore capacità di propagazione e, di conseguenza, la nostra competenza è percepita come sempre più autorevole.  A livello contenutistico, uno dei segreti dell’influenza, sta nella capacità di scrivere testi brevi e interessanti, semplici e intensi, che devono essere pubblicati con costanza. Non è facile imparare a trattare argomenti complessi ed articolati attraverso un linguaggio semplice e fruibile, ma il risultato è dirompente e le persone a cui volete comunicare lo apprezzano, sicuri della vostra abilità e della utilità della condivisione dei vostri contenuti. “La perfezione si ottiene non quando non c’è più nulla da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry.La semplicità è ricerca del meglio. Richiede studio e un notevole sforzo intellettuale. Semplice non è un sinonimo di banale o impreciso, ma è indice di grande preparazione e di capacità di progettazione. In un mondo in cui l’offerta è eccessiva e ridondante, una delle armi più potenti che possiamo mettere in campo è il potere della semplicità. Le competenze della comunicazione sono una delle soft skills oggi più richieste e che ognuno di noi dovrebbe avere. Comunicare non vuol dire solo relazionarsi con gli altri, vuol dire saper utilizzare la voce, il linguaggio del corpo, avere la padronanza del linguaggio e della dialettica. Questo è oramai ovvio. La vera novità è che saper comunicare vuol dire saper ascoltare, l’interlocutore, il suo linguaggio, il suo carattere e sapersi adattare, in modo semplice, alle diverse situazioni perchè la comunicazione prevede al minimo due soggetti, chi trasmette il messaggio e chi lo riceve. Tu sai comunicare? Ti sei mai reso conto, dopo una conversazione che forse l’interlocutore o gli interlocutori non abbiano compreso a pieno il tuo messaggio? Ti hanno fatto domande che ritenevi ovvie? Se ti è capitato qualcosa del genere, devi elevare il tuo livello di comunicazione, devi semplificare per essere più autorevole affinchè dalla comunicazione nascano relazioni proficue. Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa. Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello. Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”. Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale. – E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale. – Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”. – Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!” – Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. Continua a seguirmi!

Informazioni ed esperienza.

Le informazioni sono ovunque. Tranne in rari casi o in settori specifici, non sono le informazioni a mancare in un’epoca in cui possiamo ottenere le risposte a qualsiasi domanda semplicemente sfiorando uno schermo. Quindi non puoi fare pagare le informazioni; da sole queste non hanno valore. Il valore di quello che fai non è insito in quello che fai bensì in “come” lo fai. In un mondo nel quale tutto è disponibile, tutto, o quasi, si può avere, e proprio per questo la fake è sempre dietro l’angolo, le informazioni (quelle vere e di valore) non puoi e non devi farle pagare. Cosa invece può generare una contropartita, non necessariamente di denaro? L’esperienza! Esperienza vuol dire che tu, prima di altri ci sei passato, hai provato, hai imparato, hai messo a frutto e condividi con altri epurando le criticità. Ti pare poco? L’esperienza che hai sviluppato in anni di studio e di lavoro non puoi scriverla in un libro, non puoi donarla attraverso un corso. Attraverso questi corposi e articolati contenuti tu doni le informazioni, ovvero le basi su cui maturare l’esperienza se chi le apprende dedicherà anni a questo lavoro come hai fatto tu.L’esperienza è diversa dalle informazioni. È basata sulla sensibilità, sulla capacità di risolvere o anticipare i problemi e di collocare la giusta informazione in una strategia generale che difficilmente si impara solo attraverso i libri. Quindi rendi pubblica l’informazione, la tua personale, vera, non importa se parli di come sostituire la valvola della caldaia o come creare una campagna su Instagram. Non formerai concorrenti, ma l’interesse verso te e le tue capacità. Una volta destato l’interesse potrai dimostrare la tua esperienza ed il tuo valore cambierà. Le informazioni vanno donate, l’esperienza va fatta sempre pagare! Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa.Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello.Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”.Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale.– E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale.– Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”.– Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!”– Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. Continua a seguirmi!

Arte, passione e dedizione.

Ho una certezza che esprimo continuamente: in tutto quello che fai devono esserci arte, passione e dedizione. Siamo tutti artisti. Se non lo sei, finirai per essere sostituito da una macchina che esegue perfettamente un lavoro in cui l’aspetto artistico non è necessario. L’arte, oltre ad essere necessaria, appartiene a chiunque. Non ho mai creduto a chi mi dice di non essere creativo o non sa come produrre nuove idee. Anche se questi soggetti ne sono convinti, la loro supposta mancanza di idee dipende da solo due fattori:  La pigriziaProdurre idee richiede uno sforzo energetico, una potente fase di ascolto degli altri e di autoanalisi.  La mancanza di tecnicaQua entriamo in uno stato molto soggettivo. Per quanto mi riguarda, le idee nascono per cose che vedo, leggo o su cui rifletto. In questo caso è facile; basta che mi faccia un appunto per poi scriverle comodamente in un momento successivo. Ma è quando non ho idee che sfodero una tecnica infallibile: inizio a pensare e scrivere cose stupide o apparentemente senza senso. Facendo questo, pensiero dopo pensiero, inizia in me a scorrere un flusso di riflessioni da cui tolgo il rumore delle stupidaggini e tengo solo i “pensieri pregiati”. Se non alleniamo le nostre sinapsi sarà difficile che quando ne abbiamo bisogno riescano a mantenere il ritmo e non cadere stremate in debito di ossigeno. Le persone non hanno paura di scrivere, hanno paura della valutazione di chi li leggerà. Hanno paura di essere giudicati stupidi, banali o ricevere critiche. Paura fondata, perché questo succederà di sicuro. Arte significa rottura, non deve piacere a tutti, deve trovare un pubblico che l’apprezzi, che si senta allineato con lo stile, i concetti o le scomode prese di posizione. C’è un famoso detto tra i motivatori: “Non devi cercare la passione. Devi essere appassionato delle cose che stai già facendo”. Allo stesso modo ti dico che non devi cercare idee. Devi farle uscire iniziando a scrivere qualsiasi pensiero ti passi per la testa.Se lo farai, lontano dalla distrazione, nel silenzio e senza altre preoccupazioni, ti stupirà cosa saprai far emergere da quello che già conosci e fa parte del tuo essere. Adesso però scopriamo le carte, quelle vere, perchè il vero problema non è la ricetta per ottenere il risultato bensì il primo passo che fai per decidere di applicare la ricetta…devi FARE!!! Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa.Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello.Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”.Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale. OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale.– E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale.– Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”.– Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!”– Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota. Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda. Continua a seguirmi!